Global Trends & Security Politica internazionale e Sicurezza, di Germana Tappero Merlo
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L'America dei Suprematisti elogia i talebani, 3/9/2021

L'America dei Suprematisti elogia i talebani, 3/9/2021 - Global Trends & Security

Nell’America sconquassata emotivamente dal frettoloso e disastroso ritiro delle proprie truppe dall’Afghanistan succede che i talebani vengano elogiati come esempio di “amore per la patria, per la libertà e per la religione”, esortandone l’emulazione, da cui una generale chiamata alla presa delle armi per una nuova guerra civile negli Stati Uniti. Non si tratta di propaganda di soggetti filoislamici o jihadisti. Al contrario: il coro di entusiasti “dell’umiliazione americana in Afghanistan” e che si stanno agitando nelle piattaforme online, soprattutto nel dark web, è formato per lo più da gruppi di suprematisti bianchi, estremisti antigovernativi, anti-Biden, o meglio ancora pro-Trump, sino ai neonazisti e agli accelerazionisti . In pratica, l’intera galassia (termine abusato anche qui, come per il variegato mondo del jihadismo) dell’estremismo violento della destra radicale americana. 

Il preoccupante attivismo dell’estrema destra 

Si tratta di un’ammirazione così ostentata verso l’azione dei rivoltosi talebani, la loro misoginia, l’omofobia e l’antisemitismo, da aver alimentato un corposo tam tam mediatico al punto da preoccupare analisti delle agenzie per la sicurezza interna statunitense. Non è la prima volta che accade, tanto che la minaccia di queste comunità dell’estrema destra violenta interna è considerata ben più grave e realistica di quella di stampo jihadista, divenendo una costante negli ultimi rapporti del Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS). D’altronde è da alcuni anni che movimenti legati all’estrema destra, soprattutto violenta – e che ancora non hanno una definizione univoca chiara, per cui a volte far right (estrema destra), oppure right wing populism(populismo di destra) sino a radical right (destra radicale) – sono molto attivi on line anche se sporadicamente off line, com’è accaduto, ad esempio, il 6 gennaio 2021 con la partecipazione di parte di costoro all’occupazione di Capitol Hill.


Ora, con la manifestazione di ammirazione per i talebani, si tratta per lo più dei Proud Boys, ma anche dei Boogaloo Bois, ossia quello stravagante ed oltremodo armato mondo che opera attivamente on lineveicolando, attraverso meme, anche istruzioni e manuali sull’uso delle armi, confezionamento e posizionamento esplosivo, tutorial sulla fabbricazioni di innesti etc. etc. È comunque un complesso movimento sotto l’ombrello ideologico della destra radicale, senza un leader di riferimento e con gruppi non sempre chiaramente definibili. Gli ultimi fatti afghani avrebbero rinvigorito questi soggetti, dando fiato a narrazioni in cui la violenta retorica circa un’invasione degli sfollati afghani, “pericolosi criminali o terroristi” la fa da padrona. Fa parte di quella loro convinzione circa il timore del grand remplacement ossia che, attraverso grandi flussi di un’immigrazione di massa, si stia ponendo fine alla razza bianca.

I propagandisti di una sharia bianca 

È un concetto che sta alla base di manifesti ideologici propri dell’estrema destra così come di video-testamenti o scritti di soggetti che già si sono marchiati di atti violenti come, fra i tanti, Brenton Tarrant, autore della strage in due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda, nel 2019. Nel caso del trasferimento di profughi afghani negli Usa si rischierebbe, quindi, una perdita di controllo e di autorità da parte dei bianchi americani. Ma vi è anche un’altra narrazione, che spiega come fra costoro sia sbocciata un’infatuazione per i talebani, ossia l’ammirazione per un gruppo di insorti mal e poco equipaggiato che ha sconfitto, e con successo, una potenza globale. “Se ce l’hanno fatta loro, perché non noi?” sembrano chiedersi in parecchi nelle chat rooms. E sebbene ciò non significhi passare subito all’azione violenta diretta, dimostra tuttavia come la loro narrativa e la loro visione del mondo si nutrano di stereotipi, tropi, visioni distopiche e apocalittiche a cui si affiancano fatti, quelli sì reali, sino a definire il tutto con toni surreali, come arrivare a chiedere l’imposizione di una sharia bianca e a sottolineare il concetto che “le donne debbano essere trattate nel modo in cui i talebani trattano le loro donne”.


Insomma, la tragedia politica e militare afghana non lo è stata per l’intero popolo americano, se alcuni di questi esponenti dell’estrema destra hanno invitato i propri connazionali a “godersi dell’umiliazione” del ritiro US da quella guerra; ma vi era già stato un precedente, il colpo di stato a Myanmar, da molti (soprattutto QAnon e pro-Trump) invocato anche negli Usa; ma ancor prima, vi era stata la retorica xenofoba nei commenti ai rifugiati libici e siriani. 

All’orizzonte i rappresentanti del caos anarchico-violento

Insomma, elementi di cui l’amministrazione Biden dovrà fare i conti, in particolare ora che intende concentrare la sua attenzione alle questioni interne. Ed è così che a vent’anni esatti dai fatti dell’11 settembre, con costose, logoranti poco efficaci guerre al terrore e per la democrazia al di fuori dei propri confini, gli Stati Uniti se la devono vedere al loro interno con minacce alla loro stabilità di un altro colore ma non certamente con un altro linguaggio. Le retoriche estremiste, infatti, cavalcano sempre gli stessi argomenti, si alimentano vicendevolmente e addirittura si appropriano di simboli e strutture del “nemico”. Non a caso, e da un po’ di tempo, proprio negli Usa vi sono i Boojahidden, un’entità all’interno dei Boogaloo Bois che reclamano “Noi siamo i boojahidden, vogliamo porre fine alla tirannia, vogliamo libertà e autonomia, i nostri diritti non sono negoziabili, non saremo governati, non ci arrenderemo mai” e si rappresentano come il baluardo del caos anarchico-violento in grado di cambiare le sorti degli Stati Uniti. E l’ispirazione, è facile comprenderlo, arriva proprio dai combattenti il jihad in difesa dell’Islam, alludendo al valore della guerriglia islamica, guarda caso e manco a dirlo, proprio quella dei talebani afghani.

 

La Porta di Vetro

Chi sono

Chi sono - Global Trends & Security

Analista di politica e sicurezza internazionale, opero attualmente presso enti privati in Israele, Giordania, Stati Uniti e Venezuela. Ho svolto attività di consulenza sul terrorismo per organismi governativi e privati in Libano, Siria, Iraq, Afghanistan, Somalia, Egitto, Sudan, Etiopia, Eritrea, Libia, Tunisia, Niger, Messico e Brasile.

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18 febbraio 2022. Uscita del mio volume "Dalla paura all'odio. Terrorismo, estremismo e cospirazionismo", Tangram Edizioni Scientifiche. Trento. " Il volume è il risultato di analisi e operatività sul campo che l’autrice ha condotto negli ultimi due anni circa fenomeni globali legati all’eversione e al terrorismo, sia di matrice islamista jihadista che dell’ultradestra violenta. Vengono analizzati soggetti e dottrine in un contesto di evoluzione delle relazioni internazionali e dei nuovi conflitti ibridi e identitari, in cui il terrorismo è tattica dominante. Sono inoltre delineati i processi, personali e collettivi, di radicalizzazione sia religiosa che politica, da cui derivano educazione e cultura alla violenza. Queste ultime acquisiscono un ampio pubblico attraverso la rete internet, anche nei suoi meandri più oscuri e tramite forme di comunicazione, qui analizzate, che trovano ampio utilizzo da parte delle nuove generazioni di nativi digitali. A ciò si sono aggiunti i toni aggressivi delle più recenti narrazioni cospirazioniste, originate sia da eventi interni a Stati democratici occidentali che da quelli emergenziali da pandemia. A vent’anni dalla paura del terrore proprio dell’11 settembre 2001, si sta procedendo velocemente, quindi, verso un livore generalizzato, a tratti vero e proprio odio, da cui una cultura di violenza politica dai legami transnazionali e che mira all’eversione, con i relativi rischi per la sicurezza nazionale."

  • 24/03/2023 01:20 pm
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