La morte del nostro ambasciatore Luca Attanasio, del nostro carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista a Kanyamohoro, presso i monti del Virunga, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) è stata probabilmente causata da un tentativo di rapimento. Le responsabilità verranno attribuite, forse, a milizie ruandesi, che sovente irrompono nei Paesi vicini, come Uganda, Burundi e RDC, appunto, per depredare e commettere violenze di ogni tipo sulle popolazioni locali. È la quotidianità nella regione dei Grandi Laghi africani, non a caso fra le più osservate dagli analisti di sicurezza. Tensioni continue, crescenti fra quei Paesi, stanno ponendo in seria crisi la sicurezza regionale, tanto che si ipotizza il ritorno a guerre locali, addirittura guerre per procura, che già avevano dominato quella parte di Africa nel secolo scorso e, a quanto pare, mai risolte.
Lo strapotere delle milizie ribelli nel cuore del Continente nero
La penetrazione dello jihadismo
Dobbiamo sperare di scoprire chi si è reso responsabile dell’agguato all’Ambasciatore Attanasio, al nostro carabiniere Vittorio Iacovacci e al loro autista. Ma, altrettanto, è necessario prendere coscienza che quanto accade in Africa sia la vera priorità della nostra classe politica e dell’opinione pubblica nel suo complesso, perché le acque del Mediterraneo, da sole, non saranno più in grado a breve di tenerci lontani dalle piaghe di quel continente e dai loro effetti devastanti sulla stabilità e sicurezza, loro e nostra.