Global Trends & Security Politica internazionale e Sicurezza, di Germana Tappero Merlo
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Uccisa la figlia di Alexandr Dugin, 21/8/2022

Uccisa la figlia di Alexandr Dugin, 21/8/2022 - Global Trends & Security

Darya Dugin, 30 anni, figlia del noto esponente e saggista ultranazionalista russo, Aleksandr Gel’evič Dugin1, è rimasta vittima di un attentato nei pressi di Mosca: l’auto su cui viaggiava la giovane donna è esplosa. Ma alcuni dettagli, che stanno emergendo dalle prime e sommarie ricostruzioni, portano a ritenere che l’obiettivo fosse proprio Dugin – considerato (e banalmente), ideologo e ispiratore di Putin, in particolare della sua impresa bellica ucraina – che aveva cambiato mezzo di trasporto all’ultimo momento. Dugin è certamente un personaggio di spicco (e scomodo) dell’ultranazionalismo russo, decisamente molto oltre il numero uno del Cremlino Vladimir Putin, il quale, e sovente, ha preso le distanze dalle sue posizioni estreme. 

Non è ancora dato di sapere chi siano stati i mandanti di quest’attentato. Si ipotizzano anche faide interne al mondo politico moscovita. Qualsiasi siano le ragioni e i i mandanti, appunto, è ipotizzabile che verrà data la colpa a responsabili ucraini, vittime, secondo Dugin, ‘di una gigantesca operazione di controllo della psiche e della coscienza’ che ha portato a questo scontro di civiltà fra Occidente/Modernismo e Russia/Tradizione che è, appunto, la guerra in Ucraina, l’inizio, a suo parere, dell’era della catastrofe globale.

Questo è sebbene molto, ma molto in sintesi il pensiero di Dugin, personaggio controverso e influente, sebbene non ai livelli di come viene descritto dai media, e colpito oggi da una catastrofe, quella sì ma famigliare, come la morte della figlia Darya.” 

Teorico della “Quarta Teoria”, Dugin è fra i maggiori esponenti dell’ultranazionalismo russo e dell’Euroasiatismo2, propugnatore della tesi di quanto la Russia sia potente, desiderosa e in grado di riunire tutte le sue componenti di etnia russa dall’Europa all’Asia, continente a cui, sempre secondo lo scrittore, la Russia appartiene di maggior grado per estensione territoriale e per eredità storica.

L’attuale Russia sarebbe infatti l’erede di due imperi, quello bizantino e quello mongolo di un Gengis Khan, da cui la Russia di un tempo ha appreso l’organizzazione centralizzata di tipo imperiale, che ha largamente predestinato la sua ascesa come grande potenza nel XV secolo. Ed è lì, afferma Dugin, che la nuova Russia deve guardare e il destino russo è un Nuovo Impero. Quel ‘Rinascimento Imperiale’ che deve essere raggiunto non per imporre la Russia al resto del mondo, e men che mai ‘annettere’ l’Europa – che, anzi, deve riprendersi la propria autonomia ‘politica, economica ed intellettuale’ dagli Stati Uniti – ma per far rivivere, fortificare e difendere l’identità russa, minacciata dai meccanismi della globalizzazione di stampo occidentale.

La Quarta Teoria di Dugin, complessa e per molti studiosi fallace e confusa, alla base dell’Euroasiatismo, sostiene quindi la supremazia, per forza intellettuale e sentimento popolare, dell’identità russa ‘collettiva’ contro il ‘nominalismo’ o ‘singolarismo’ propri della cultura globalizzata occidentale, di cui la ‘Modernità’, come il progressismo, sono i nemici da combattere. Non mancano poi i riferimenti all’ortodossia religiosa che conferisce sacralità alla missione del Nuovo Impero russo, da cui la vicinanza e l’accoglienza delle idee di Dugin da parte del Patriarca Kirill, altro personaggio di spicco dell’ultranazionalismo e del dominio della Chiesa russa sull’intero mondo cristiano ortodosso.

Dugin è certamente un personaggio molto controverso e, appunto, per molti osservatori e soprattutto studiosi, padre di una teoria ancora troppo confusa, ma per le ali estreme del nazionalismo di quel Paese rappresenta certamente un’alternativa al globalismo e all’universalismo propri di un Occidente marcatamente modellato dai valori e dagli obiettivi del mondo politico e affaristico anglosassone, in cui ben si inquadra, a suo parere, ma non solo, l’intera vicenda Ucraina. Ciò avverrebbe da decenni e ancor più con l’ultima ‘operazione speciale’ del Cremlino.

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1Aleksandr Gel’evič Dugin, 60 anni, saggista, filosofo e conduttore televisivo, è noto per la teorizzazione del concetto di “impero euro-asiatico. Numerosi i suoi libri pubblicati in Russia, molti dei quali sono stati tradotti in inglese, francese e italiano, Da sempre è impegnato in prima persona nell’edificazione di movimenti culturali e politici di avanguardia. In Italia, Aga editrice ha pubblicato il noto “Putin contro Putin”. 
2 “Per chi volesse approfondire il pensiero di Dugin suggerisco tre libri fra i più ‘abbordabili’, e soprattutto attendibili, rispetto alla media, quello di A. Dugin, “Contro il grande Reset. Il Manifesto del Grande Risveglio”, (con introduzione di F. Borgonovo); A. de Benoist, A. Dugin, “Eurasia, Vladimir Putin e la grande politica”, e M. Eltchaninoff, “Nella testa di Vladimir Putin”. Vi è anche il sito https://www.ideeazione.com che ospita sovente interventi ed interviste dirette a Dugin.”

Chi sono

Chi sono - Global Trends & Security

Analista di politica e sicurezza internazionale, opero attualmente presso enti privati in Israele, Giordania, Stati Uniti e Venezuela. Ho svolto attività di consulenza sul terrorismo per organismi governativi e privati in Libano, Siria, Iraq, Afghanistan, Somalia, Egitto, Sudan, Etiopia, Eritrea, Libia, Tunisia, Niger, Messico e Brasile.

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18 febbraio 2022. Uscita del mio volume "Dalla paura all'odio. Terrorismo, estremismo e cospirazionismo", Tangram Edizioni Scientifiche. Trento. " Il volume è il risultato di analisi e operatività sul campo che l’autrice ha condotto negli ultimi due anni circa fenomeni globali legati all’eversione e al terrorismo, sia di matrice islamista jihadista che dell’ultradestra violenta. Vengono analizzati soggetti e dottrine in un contesto di evoluzione delle relazioni internazionali e dei nuovi conflitti ibridi e identitari, in cui il terrorismo è tattica dominante. Sono inoltre delineati i processi, personali e collettivi, di radicalizzazione sia religiosa che politica, da cui derivano educazione e cultura alla violenza. Queste ultime acquisiscono un ampio pubblico attraverso la rete internet, anche nei suoi meandri più oscuri e tramite forme di comunicazione, qui analizzate, che trovano ampio utilizzo da parte delle nuove generazioni di nativi digitali. A ciò si sono aggiunti i toni aggressivi delle più recenti narrazioni cospirazioniste, originate sia da eventi interni a Stati democratici occidentali che da quelli emergenziali da pandemia. A vent’anni dalla paura del terrore proprio dell’11 settembre 2001, si sta procedendo velocemente, quindi, verso un livore generalizzato, a tratti vero e proprio odio, da cui una cultura di violenza politica dai legami transnazionali e che mira all’eversione, con i relativi rischi per la sicurezza nazionale."

  • 29/01/2023 06:10 am
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